Ersilietta Gabrielli è nata a Pergola, nelle Marche e da qualche anno vive e lavora a Caselle Lurani in provincia di Lodi. Laureata in lettere, ha insegnato nella scuola media.
Si è dedicata con impegno sempre crescente ad attività creative fra le quali, ormai da molti anni,la ceramica Raku e la fusione del vetro.
Iniziate ad Urbino alla fine anni'70 queste attività, sono state portate avanti nel tempo sopratutto come ricerca e sperimentazione di forme,colori e combinazioni tra materiali diversi, ma anche mediante corsi e seminari di base per insegnanti, durante la lunga permanenza a Roma fino al '98, anno del trasferimento nel lodigiano.
Ersilietta Gabrielli ha partecipato a numerose manifestazioni ottenendo sempre riconoscimenti di pubblico e di critica.
Come significativi e irripetibili episodi della storia dell'umanità,le opere di Ersilietta Gabrielli entrano a buon diritto nella testimonianza di un'arte che da millenni ripete il lento ma costante lavoro della natura.Esse rappresentano la registrazione del fluire del tempo, del comporsi e del disgregarsi degli elementi primi,come la terra,l'acqua, il fuoco,nella più assoluta originalità delle loro definizioni formali, come radici dell'essere, come urgenza di sollecitazioni primordiali che nascono nel suo animo, prima che nel suo pensiero.Una dimensione intuitiva di valori che concretizzano il meraviglioso ed infinito rapporto uomo-materia, creazione-natura. L'accuratezza, la serietà e sopratutto l'originalità dell'artista offrono il racconto, antico e moderno insieme di quelle"particelle" di eternità plasmate, modellate, dipinte con quell'arcana solennità che solo l'argilla, nella sua ammagante naturalezza, può possedere e quindi donare al "mito" dell'arte della ceramica. Cultura e fantasia tendono a trasferire nelle sue forme l'esperienza di tecniche
che vivono da sempre e si dilatano nel tempo come concretezza di elementi. Argilla bianca come chamotte,vetro,rame,lava dell'Etna si impastano con una particolarissima sensualità cromatica, riportata dall'antica tecnica di cottura Raku del'600 giapponese alla pienezza mediterranea, nel gioco stilistico ed emotivo delle armonie di forma e colore. Immagini e superfici che si lacerano, si graffiano,si
combinano, si illuminanonel grande evento materico,secondo la trama di una passionale ricchezza interiore, di quella autentica che non soffre limiti,che può interpolare lo sviluppo di corpi nodosi delle sue particolarissime sculture con le inedite fusioni che nascono tra le sue mani come necessità di evoluzione del mistero creativo.
Si è dedicata con impegno sempre crescente ad attività creative fra le quali, ormai da molti anni,la ceramica Raku e la fusione del vetro.
Iniziate ad Urbino alla fine anni'70 queste attività, sono state portate avanti nel tempo sopratutto come ricerca e sperimentazione di forme,colori e combinazioni tra materiali diversi, ma anche mediante corsi e seminari di base per insegnanti, durante la lunga permanenza a Roma fino al '98, anno del trasferimento nel lodigiano.
Ersilietta Gabrielli ha partecipato a numerose manifestazioni ottenendo sempre riconoscimenti di pubblico e di critica.
Come significativi e irripetibili episodi della storia dell'umanità,le opere di Ersilietta Gabrielli entrano a buon diritto nella testimonianza di un'arte che da millenni ripete il lento ma costante lavoro della natura.Esse rappresentano la registrazione del fluire del tempo, del comporsi e del disgregarsi degli elementi primi,come la terra,l'acqua, il fuoco,nella più assoluta originalità delle loro definizioni formali, come radici dell'essere, come urgenza di sollecitazioni primordiali che nascono nel suo animo, prima che nel suo pensiero.Una dimensione intuitiva di valori che concretizzano il meraviglioso ed infinito rapporto uomo-materia, creazione-natura. L'accuratezza, la serietà e sopratutto l'originalità dell'artista offrono il racconto, antico e moderno insieme di quelle"particelle" di eternità plasmate, modellate, dipinte con quell'arcana solennità che solo l'argilla, nella sua ammagante naturalezza, può possedere e quindi donare al "mito" dell'arte della ceramica. Cultura e fantasia tendono a trasferire nelle sue forme l'esperienza di tecniche
che vivono da sempre e si dilatano nel tempo come concretezza di elementi. Argilla bianca come chamotte,vetro,rame,lava dell'Etna si impastano con una particolarissima sensualità cromatica, riportata dall'antica tecnica di cottura Raku del'600 giapponese alla pienezza mediterranea, nel gioco stilistico ed emotivo delle armonie di forma e colore. Immagini e superfici che si lacerano, si graffiano,si
combinano, si illuminanonel grande evento materico,secondo la trama di una passionale ricchezza interiore, di quella autentica che non soffre limiti,che può interpolare lo sviluppo di corpi nodosi delle sue particolarissime sculture con le inedite fusioni che nascono tra le sue mani come necessità di evoluzione del mistero creativo.
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