La mostra di pittura di Alda Maria Bossi e Maria Cristina Remondi è stata organizzata in occasione dell’ 8 MARZO non a caso. La festa della donna, che negli ultimi anni è spesso diventata, nell’immaginario collettivo sinonimo di fioristi improvvisati agli incroci cittadini, vuol essere, in questa sede storica, in questa sala in particolare, “Cà del Mago”, circondata da leggende misteriose, un’occasione per riunirci e condividere EMOZIONI.
Emozioni evocate dai quadri delle artiste in mostra, dalle suggestioni della poetessa Argene Madeddu, dalle antiche melodie celtiche regalate dalle arpiste del “Green Circle”.
Arte quindi, espressa nelle molteplici forme, da donne.
DONNE che lavorano, studiano, lottano alla ricerca di un EQUILIBRIO, da qui il titolo della mostra-evento.
Il cammino di una donna, oggi più che mai, rappresenta un continuo alternarsi tra equilibri. Equilibrio con le relazioni, soprattutto. Relazioni rese sempre più difficili dal ritmo incalzante della vita moderna, dove la donna fa da trait- d’union tra sentimenti e organizzazione.
Una corsa. Una corsa continua per raggiungere un equilibrio spesso dettato appunto da schemi che non le appartengono, ma che deve assolvere, dove le pulsioni interiori vanno tacitate, perché di poco interesse per la società.
Maria Cristina Remondi, promotrice di questo evento multiartistico, desidera attraverso l’arte, sensibilizzare il pubblico femminile e maschile, nei confronti dei problemi legati alla donna all’interno delle case. Spesso sentiamo, senza ascoltare i disagi femminili. Non è necessario pensare a terre lontane. I problemi sono vicini a noi. Impariamo ad ascoltare.
Maria Crsitina Remondi vi invita ad “ascoltare” le opere proposte, perché parlano di donne.
Alda Maria Bossi ci parla di gesti quotidiani, come mettere i “Panni da lavare” nella lavatrice. Lo spettatore è come se osservasse il mondo dall’oblò, da cui si apre una prospettiva incredibile sulla sala da bagno. Non si vede nessuna figura umana, al centro del dipinto il soggetto è una mano. Una mano vissuta, di una casalinga, una mano che non ha un nome, un’identità, ma solo una funzione. Il pavimento, lo specchio, le ombre bluastre ci dicono che questa donna vive la solitudine domestica con inquietudine. In un banale gesto l’artista ci ha raccontato una vita. La vita delle donne che non si vedono, chiuse dentro le mura domestiche, lontane dal rumore cittadino. Loro sono anonime come la mano dipinta, è come se non esistessero per la società, eppure indispensabili.
Maria Cristina Remondi parla di inconscio femminile, di spazi interiori, di quella parte nascosta che è l’anima. Nel quadro “Il cammino”, le anime si muovono lungo un ipotetico tracciato.
Non si vede l’inizio del percorso e nemmeno la fine, perché l’attenzione dell’artista si focalizza sul “qui e ora”, evocando un’ascesa verso qualcosa di non ancora definito.
Quasi una transumanza dello spirito interiore, lungo sentieri invisibili che ogni essere umano segue dalla nascita, una sorta di “destino” da scoprire. Lo spettatore in questo caso, viene catturato dai colori del quadro e dal movimento impercettibile di queste anime che diventano “Tracce” e danno un senso al nostro “Cammino” sulla terra. C’è sempre un velo di ironia nei lavori di Maria Cristina Remondi, siano essi di natura pittorica o letteraria, dove, accanto a rappresentazioni all’apparenza drammatiche, si scoprono più o meno evidenti, tracce di tragicomico tipiche della visione del mondo che le appartiene.
Anche in “Cammino”, traspare un simbolismo ironico sulla caducità umana.
Le due pittrici tracciano una linea di equilibrio tra vita interiore ed esteriore della donna.
Questa è la seconda occasione per Alda Maria Bossi e Maria Cristina Remondi di esporre insieme. Anche questo non è un caso. Esse credono che ci sia un filo comune nel loro modo di dipingere. Pur trattando materiali e stili diversi, si notano tavolozze e contrasti cromatici molto simili e forse una ricerca di equilibrio comune.
Emozioni evocate dai quadri delle artiste in mostra, dalle suggestioni della poetessa Argene Madeddu, dalle antiche melodie celtiche regalate dalle arpiste del “Green Circle”.
Arte quindi, espressa nelle molteplici forme, da donne.
DONNE che lavorano, studiano, lottano alla ricerca di un EQUILIBRIO, da qui il titolo della mostra-evento.
Il cammino di una donna, oggi più che mai, rappresenta un continuo alternarsi tra equilibri. Equilibrio con le relazioni, soprattutto. Relazioni rese sempre più difficili dal ritmo incalzante della vita moderna, dove la donna fa da trait- d’union tra sentimenti e organizzazione.
Una corsa. Una corsa continua per raggiungere un equilibrio spesso dettato appunto da schemi che non le appartengono, ma che deve assolvere, dove le pulsioni interiori vanno tacitate, perché di poco interesse per la società.
Maria Cristina Remondi, promotrice di questo evento multiartistico, desidera attraverso l’arte, sensibilizzare il pubblico femminile e maschile, nei confronti dei problemi legati alla donna all’interno delle case. Spesso sentiamo, senza ascoltare i disagi femminili. Non è necessario pensare a terre lontane. I problemi sono vicini a noi. Impariamo ad ascoltare.
Maria Crsitina Remondi vi invita ad “ascoltare” le opere proposte, perché parlano di donne.
Alda Maria Bossi ci parla di gesti quotidiani, come mettere i “Panni da lavare” nella lavatrice. Lo spettatore è come se osservasse il mondo dall’oblò, da cui si apre una prospettiva incredibile sulla sala da bagno. Non si vede nessuna figura umana, al centro del dipinto il soggetto è una mano. Una mano vissuta, di una casalinga, una mano che non ha un nome, un’identità, ma solo una funzione. Il pavimento, lo specchio, le ombre bluastre ci dicono che questa donna vive la solitudine domestica con inquietudine. In un banale gesto l’artista ci ha raccontato una vita. La vita delle donne che non si vedono, chiuse dentro le mura domestiche, lontane dal rumore cittadino. Loro sono anonime come la mano dipinta, è come se non esistessero per la società, eppure indispensabili.
Maria Cristina Remondi parla di inconscio femminile, di spazi interiori, di quella parte nascosta che è l’anima. Nel quadro “Il cammino”, le anime si muovono lungo un ipotetico tracciato.
Non si vede l’inizio del percorso e nemmeno la fine, perché l’attenzione dell’artista si focalizza sul “qui e ora”, evocando un’ascesa verso qualcosa di non ancora definito.
Quasi una transumanza dello spirito interiore, lungo sentieri invisibili che ogni essere umano segue dalla nascita, una sorta di “destino” da scoprire. Lo spettatore in questo caso, viene catturato dai colori del quadro e dal movimento impercettibile di queste anime che diventano “Tracce” e danno un senso al nostro “Cammino” sulla terra. C’è sempre un velo di ironia nei lavori di Maria Cristina Remondi, siano essi di natura pittorica o letteraria, dove, accanto a rappresentazioni all’apparenza drammatiche, si scoprono più o meno evidenti, tracce di tragicomico tipiche della visione del mondo che le appartiene.
Anche in “Cammino”, traspare un simbolismo ironico sulla caducità umana.
Le due pittrici tracciano una linea di equilibrio tra vita interiore ed esteriore della donna.
Questa è la seconda occasione per Alda Maria Bossi e Maria Cristina Remondi di esporre insieme. Anche questo non è un caso. Esse credono che ci sia un filo comune nel loro modo di dipingere. Pur trattando materiali e stili diversi, si notano tavolozze e contrasti cromatici molto simili e forse una ricerca di equilibrio comune.
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