Giovanni Di Fede, proveniente dal figurativo, è arrivato gradualmente all'astrattismo, come del resto hanno fatto molti maestri del Novecento (Capograssi, Vedova, Afro ecc.) e gli stessi Kandinsky e Klee, considerati i padri dell'arte astratta.
La tendenza verso un nuovo modo di creare immagini senza il ricorso alle forme riconoscibili precedentemente usate, abbandonando le forme geometriche e figurative per scoprire un nuovo alfabeto artistico è insita in tutti gli artisti di spiccata sensibilità come Giovanni Di Fede, la cui pittura è adesso caratterizzata da libere pennellate sovrapposte e diversi strati di colore. Attraverso le luci e le ombre dei colori stessi l'artista riesce a comunicare idee e stati d'animo.
Lo stile di questo artista varia da una ricchezza minuziosa di cromatismo ad una serenità stilizzata, nell'intento di trasmettere un senso di mondo ultraterreno.
Egli sembra che dipinga sul pentagramma e sono in molti a definire le sue opere "RAPSODIE CROMATICHE" per la musicalità che emanano. Giovanni Di Fede abbandonando la rappresentazione mimetica del mondo esterno, trova le sue ragiorni di pittura nella riflessione sulle specificità della ricerca formale e della percezione visiva spiritualistica.
La pittura di Di Fede è alla ricerca di un ordine e di una razionalità privi di riferimenti immediati al mondo esterno e tuttavia capacii afferrare le "forze creative" della natura, allo studio della psicologia umana, giungendo alla definizione di un linguaggio basato sulla funzione espressiva e simbolica del colore.
Giovanni Di Fede esprime i suoi sentimenti con la pittura, cerca l'espressione estrema di un'emozione libera da ogni convenzione. L'intuitiva spontaneità dell'artista risiede nel metodo compositivo e nell'accostamento elegante e nel miscuglio personalissimo dei colori.
Le opere di Giovanni Di Fede oscillano tra una composizione del tutto astratta ad una rappresentazione di cielo, di mare o di campo fiorito, in una interpretazione tutta propria dell'astrattismo moderno.
In questi casi le opere rientrano nell'espressionismo astratto (Pollock, Louis e i pittori della Scuola Californiana) per quanto riguarda l'uso di espressioine, pittura e colore.
All'artista interessa di più il modo in cui gli spettatori interpretano il suo lavoro, che le sue intenzioni. Ancora più importante sembra essere per Di Fede il modo di guardare e interpretare l'astrazione stessa, quello cioè di creare un legame intellegibile tra la pittura figurativa e quella informale, tra un raggio di sole (tanto per intenderci) e un caldo sentimento.
La pittura astratta di oggi è un infinito labirinto di possibilità.Il compito più immediato dell'astrattismo di Di Fede è quello di dipingere e conservare le emozioni e il sentimento, di far vedere con l'occhio dell'anima e di creare forti dislivelli energetici.
In definitiva quella di Giovanni di Fede è un'arte socialmente impegnata, che non supplisce alla realtà, ma la estende come atto di conoscenza interiore, ricordata e sognata.
La pittura di Di Fede incarna ed esemplifica il senso inebriante di essere finalmente libera da ogni restrizione, egli dipinge la sua forma astratta come se fosse un ritratto dell'emozione stessa.
Eraldo Di Vita
La tendenza verso un nuovo modo di creare immagini senza il ricorso alle forme riconoscibili precedentemente usate, abbandonando le forme geometriche e figurative per scoprire un nuovo alfabeto artistico è insita in tutti gli artisti di spiccata sensibilità come Giovanni Di Fede, la cui pittura è adesso caratterizzata da libere pennellate sovrapposte e diversi strati di colore. Attraverso le luci e le ombre dei colori stessi l'artista riesce a comunicare idee e stati d'animo.
Lo stile di questo artista varia da una ricchezza minuziosa di cromatismo ad una serenità stilizzata, nell'intento di trasmettere un senso di mondo ultraterreno.
Egli sembra che dipinga sul pentagramma e sono in molti a definire le sue opere "RAPSODIE CROMATICHE" per la musicalità che emanano. Giovanni Di Fede abbandonando la rappresentazione mimetica del mondo esterno, trova le sue ragiorni di pittura nella riflessione sulle specificità della ricerca formale e della percezione visiva spiritualistica.
La pittura di Di Fede è alla ricerca di un ordine e di una razionalità privi di riferimenti immediati al mondo esterno e tuttavia capacii afferrare le "forze creative" della natura, allo studio della psicologia umana, giungendo alla definizione di un linguaggio basato sulla funzione espressiva e simbolica del colore.
Giovanni Di Fede esprime i suoi sentimenti con la pittura, cerca l'espressione estrema di un'emozione libera da ogni convenzione. L'intuitiva spontaneità dell'artista risiede nel metodo compositivo e nell'accostamento elegante e nel miscuglio personalissimo dei colori.
Le opere di Giovanni Di Fede oscillano tra una composizione del tutto astratta ad una rappresentazione di cielo, di mare o di campo fiorito, in una interpretazione tutta propria dell'astrattismo moderno.
In questi casi le opere rientrano nell'espressionismo astratto (Pollock, Louis e i pittori della Scuola Californiana) per quanto riguarda l'uso di espressioine, pittura e colore.
All'artista interessa di più il modo in cui gli spettatori interpretano il suo lavoro, che le sue intenzioni. Ancora più importante sembra essere per Di Fede il modo di guardare e interpretare l'astrazione stessa, quello cioè di creare un legame intellegibile tra la pittura figurativa e quella informale, tra un raggio di sole (tanto per intenderci) e un caldo sentimento.
La pittura astratta di oggi è un infinito labirinto di possibilità.Il compito più immediato dell'astrattismo di Di Fede è quello di dipingere e conservare le emozioni e il sentimento, di far vedere con l'occhio dell'anima e di creare forti dislivelli energetici.
In definitiva quella di Giovanni di Fede è un'arte socialmente impegnata, che non supplisce alla realtà, ma la estende come atto di conoscenza interiore, ricordata e sognata.
La pittura di Di Fede incarna ed esemplifica il senso inebriante di essere finalmente libera da ogni restrizione, egli dipinge la sua forma astratta come se fosse un ritratto dell'emozione stessa.
Eraldo Di Vita
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