"Affondo la lama nel colore e lo stendo sulla tela-dice l'artista parlando della sua pitura-Penetro nella linfa cromatica e me ne libero sulla superficie immacolata della tela".
La pulsionalità gestuale che Cristina Maddalena mette nelle sue opere è puro piacere della materia pittorica, un linguaggio segnico codificato e consapevole.
Il colore è applicato con spatolate dense, ampie, attraverso un gesto sensuale, ad esprimere sensazioni, emozioni e atmosfere.
L'artista cerca una ritmica di superficie che consenta di conferire una vibrazione unitaria ad ogni singola tela, una tessitura in cui possa dispiegarsi tutta intera la forza del suo gesto, tutta l'intensità delle vibrazioni cromatiche, tutta l'incisività di un segno che tende ad addensarsi sempre più fino ad invadere ogni vuoto, ogni frammento di tela e di superficie.
La pittura di Maddalena è misurata e sofferta, i suoi voli pittorici sono pesanti quanto una spatolata di nero colante e i suoi lavori possiedono le profondità proibite dei paesaggi dell'anima, trasmettendo lo spazio di interiorità ricordato e desiderato, proponendosi di investigare regioni del territorio estetico quasi inesplorate e personali, come quell'accavallarsi di colori accesi che partendo dal bianco, attraverso i rossi, o blu e i gialli, ritornano al bianco (è attraverso il colore che prende vita l'energia della sua anima e che si infrange sul bianco vuoto ed accecante della realtà).
L'artista ci dona un'arte schietta e leale, la cui potenza è percettibile a tutti, come se questo fosse il suo primario dovere imposto dall'importanza che l'arte assume nella crescita sociale.
La sua è una pittura fuori dall'azzeramento tecnologico, che contiene elementi di sacro, di naturale, di archetipo e che funge da modello lineare dell'esistenza, dove sia presente un'identità tra idea e corpo, idea come impianto della memoria, materia come corpo della pittura, pittura come corpo in movimento, come funzione del corpo, come visione esteriore di ciò che è di più interiore.
Più che astrattista Maddalena parla in termini di astrazione, cerca di portare alla luce le cose invisibili ad occhio nudo, ma visibilissime dall'emotività.
Se leggerai questo testo, guarda contemporaneamente le opere che lo hanno emozionato, non ti soffermare sul significato dell'immagine, perchè ad un'astrattista come Cristina interessa di più il modo in cui lo spettatore interpreta il suo lavoro, piuttosto che la sua intenzione, come dire che "ciò che vedi è proprio quello che stai cercando".
Eraldo Di Vita
La pulsionalità gestuale che Cristina Maddalena mette nelle sue opere è puro piacere della materia pittorica, un linguaggio segnico codificato e consapevole.
Il colore è applicato con spatolate dense, ampie, attraverso un gesto sensuale, ad esprimere sensazioni, emozioni e atmosfere.
L'artista cerca una ritmica di superficie che consenta di conferire una vibrazione unitaria ad ogni singola tela, una tessitura in cui possa dispiegarsi tutta intera la forza del suo gesto, tutta l'intensità delle vibrazioni cromatiche, tutta l'incisività di un segno che tende ad addensarsi sempre più fino ad invadere ogni vuoto, ogni frammento di tela e di superficie.
La pittura di Maddalena è misurata e sofferta, i suoi voli pittorici sono pesanti quanto una spatolata di nero colante e i suoi lavori possiedono le profondità proibite dei paesaggi dell'anima, trasmettendo lo spazio di interiorità ricordato e desiderato, proponendosi di investigare regioni del territorio estetico quasi inesplorate e personali, come quell'accavallarsi di colori accesi che partendo dal bianco, attraverso i rossi, o blu e i gialli, ritornano al bianco (è attraverso il colore che prende vita l'energia della sua anima e che si infrange sul bianco vuoto ed accecante della realtà).
L'artista ci dona un'arte schietta e leale, la cui potenza è percettibile a tutti, come se questo fosse il suo primario dovere imposto dall'importanza che l'arte assume nella crescita sociale.
La sua è una pittura fuori dall'azzeramento tecnologico, che contiene elementi di sacro, di naturale, di archetipo e che funge da modello lineare dell'esistenza, dove sia presente un'identità tra idea e corpo, idea come impianto della memoria, materia come corpo della pittura, pittura come corpo in movimento, come funzione del corpo, come visione esteriore di ciò che è di più interiore.
Più che astrattista Maddalena parla in termini di astrazione, cerca di portare alla luce le cose invisibili ad occhio nudo, ma visibilissime dall'emotività.
Se leggerai questo testo, guarda contemporaneamente le opere che lo hanno emozionato, non ti soffermare sul significato dell'immagine, perchè ad un'astrattista come Cristina interessa di più il modo in cui lo spettatore interpreta il suo lavoro, piuttosto che la sua intenzione, come dire che "ciò che vedi è proprio quello che stai cercando".
Eraldo Di Vita
Comments