Un'abilità scenica, prospettica e tecnica non indifferenti così ritroviamo un'altra volta un'opera esemplare di Max Costa dal suggestivo titolo: "La vengence de Verlaine". Un' opera magistrale, ricolma di simbologie allegoriche che sembra voler intrigare il fruitore da una sublime conoscenza poetica, ma anche colui che guarda senza cordinate potrà senza dubbio appunto scorgere l'aulica abilità pittorica.
L'opera di Max Costa costituirà uno dei pezzi della suggestiva mostra collettiva che abilmente, tenacemente nel suo proprio titolo ovvero: "Re:public.Refusés!La risposta è pubblica"(dal 28 maggio al 15 giugno 2008 presso Le Tese San Cristofero in Arsenale, Venezia) vuole senza mezzi termini richiamare la mostra del 1863 presso il Salon des Refusés(quando vennero appunto censurate dall'Accademia splendide opere degli Impressionisti) qui invece non volute dalla galleria Bevilacqua La Masa. Splendido questo rimpiego quasi ludico dell'assonanza giocato sia a far afflurire molte persone, sia a deridere forse un pò di quel non vero strapotere che è insito di certe gallerie d'arte.
Certamente per Max Costa la galleria in questione ha realmente perso, non apprezzato un'interprete contemporaneo come Max Costa che però con sincerità porta, trascrive un suo personale discorso di rimando a passate scelte e momenti artistici; per l'artista invece senz'altro costituirà questa mostra collettiva un dovuto non solo merito, ma riaproppiazione della dovuta attenzione che sicuramente i visitatori li sapranno regalare.
Dott.ss Valeria s.Lombardi
L'opera di Max Costa costituirà uno dei pezzi della suggestiva mostra collettiva che abilmente, tenacemente nel suo proprio titolo ovvero: "Re:public.Refusés!La risposta è pubblica"(dal 28 maggio al 15 giugno 2008 presso Le Tese San Cristofero in Arsenale, Venezia) vuole senza mezzi termini richiamare la mostra del 1863 presso il Salon des Refusés(quando vennero appunto censurate dall'Accademia splendide opere degli Impressionisti) qui invece non volute dalla galleria Bevilacqua La Masa. Splendido questo rimpiego quasi ludico dell'assonanza giocato sia a far afflurire molte persone, sia a deridere forse un pò di quel non vero strapotere che è insito di certe gallerie d'arte.
Certamente per Max Costa la galleria in questione ha realmente perso, non apprezzato un'interprete contemporaneo come Max Costa che però con sincerità porta, trascrive un suo personale discorso di rimando a passate scelte e momenti artistici; per l'artista invece senz'altro costituirà questa mostra collettiva un dovuto non solo merito, ma riaproppiazione della dovuta attenzione che sicuramente i visitatori li sapranno regalare.
Dott.ss Valeria s.Lombardi
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