Soffermarsi sulla città dapprima solo su quella di Milano è stato per tanti artisti, non solo pittori: un guardarla crescere a dismisura quasi con rabbia dalla celebrissima canzone della via Gluck di Celentano a "luci a San Siro" di Vecchioni od ancora in primis Umberto Boccioni "Veduta di Pta Romana.
Ora altri arsti di calibro come Andrea Chiesi hanno quasi con riappropiazione ripreso il" mal tolto" ad esempio lo scorso autunno dipingendo l'ex Manifaturiticio in V.le Fulvio Testi.
Così questo gioco di ambivalente sentimento si è continuato in questi anni ad intravvedere varcando la metropoli,l'unica in Italia ovvero Milano.
Così tante gallerie e non solo di Milano hanno lascito defluire e poi ricercato artisti di questa nuova stagione: di appunto guarare, scandagliare la metropli in ogni suo centrimentro e passo e tra tutti chi più di altri ha fatto questa magia è stato Petrus in quei stillosi e concreti giochi cromatico-pittorici.
La galleria Previtali è stata una tra le tante, ma poi con il tempo si è affinata a dare un costante sguardo su questo farsi arte: tra lembi di archeologia industriale e rese propriamente metroplitane. E forse nel tempo ci aveva anche troppo abituati bene.
Attualmente presenta una mostra collettiva dal titolo "Appunti sulla metropoli"composta per l'occasione da 8 artisti ovvero Adornato, Cacucciolo, Cervino, Ciancaglini,Lammardo, Seba, Serena e Vega dal 4 giugno-2 luglio 2008in Via E.Lombardini,39 (Ripa di P.ta Ticinese) la resa globale non è quella sperata, sembra piuttosto un insieme letargico di una visione della metropoli o vissuta con una totale rassegnazione o con costante desiderio di invidia verso beni consumistici.
Il titolo della mostra è ben giocato perchè rispetta in bene ed in male qualsiasi critica a lei venga mossa, ovvero se in primis la galleria dava e cercava di definire persino chiedendo di scrivere alla illuminatissima dott.ssa Bossaglia i fini della galleria, ovvero cercare artisti milanesi o lombardi che al meglio facessero, dimostrassero l'intierezza, la bellezza di questo saper far arte con, trai palazzi. Loro potrebbero dire che hanno cercato di ampliare i loro confini per trovare il meglio a questo progetto.
Attualmente con questa mostra collettiva non solo varca i confini milanesi, ma anche della lombardia e questo forse è stato in questo caso l'unica cosa ottima da farsi, perchè eccetto la pittrice Paola Adornato che viene da Torino, il restante gruppo di artisti propone una visione del tutto addormentata, quasi svogliata al tema predospto dalla galleria.
Porrei l'accento, lad ammirare con il l nostro sguardo su unica artista ovvero Paola Adornato che può abilmente, finalmente farci riassaporare il trambusto, il "tran tran" di una città industriale come Torino si veda ad esempio il dipinto "18,48", (quel senso di alienazione, smarrimento),ma ciò che colpisce ancor maggiormente è quella tacita ironia che si evincein molti suoi lavori come ad esempio"Pedine principali",ma oltre a questo bisogna sottolineare la bravura costruttivo-pittorica ad esempo
nel dipinto:"Terapia Interna".
Le mostre collettive spesso lasciano il tempo che trovano, ma in questo caso senz'altro lascerà un segno indelibile per la presenza e la grandezza artistica di Paola Adornato con l'augurio che le si darà la dovuta importanza donando poi a lei una mostra personale presentata magari su un gioco di piani tra due città che hanno più che altre respirato non solo l'industria, la grandezza, ma il fascino nascosto, ma deciso ovvero di Milano e Torino.
Valeria s.Lombardi
Dott.ssa storia dell'arte contemporanea
laureata c/o Università Statale di Milano
Ora altri arsti di calibro come Andrea Chiesi hanno quasi con riappropiazione ripreso il" mal tolto" ad esempio lo scorso autunno dipingendo l'ex Manifaturiticio in V.le Fulvio Testi.
Così questo gioco di ambivalente sentimento si è continuato in questi anni ad intravvedere varcando la metropoli,l'unica in Italia ovvero Milano.
Così tante gallerie e non solo di Milano hanno lascito defluire e poi ricercato artisti di questa nuova stagione: di appunto guarare, scandagliare la metropli in ogni suo centrimentro e passo e tra tutti chi più di altri ha fatto questa magia è stato Petrus in quei stillosi e concreti giochi cromatico-pittorici.
La galleria Previtali è stata una tra le tante, ma poi con il tempo si è affinata a dare un costante sguardo su questo farsi arte: tra lembi di archeologia industriale e rese propriamente metroplitane. E forse nel tempo ci aveva anche troppo abituati bene.
Attualmente presenta una mostra collettiva dal titolo "Appunti sulla metropoli"composta per l'occasione da 8 artisti ovvero Adornato, Cacucciolo, Cervino, Ciancaglini,Lammardo, Seba, Serena e Vega dal 4 giugno-2 luglio 2008in Via E.Lombardini,39 (Ripa di P.ta Ticinese) la resa globale non è quella sperata, sembra piuttosto un insieme letargico di una visione della metropoli o vissuta con una totale rassegnazione o con costante desiderio di invidia verso beni consumistici.
Il titolo della mostra è ben giocato perchè rispetta in bene ed in male qualsiasi critica a lei venga mossa, ovvero se in primis la galleria dava e cercava di definire persino chiedendo di scrivere alla illuminatissima dott.ssa Bossaglia i fini della galleria, ovvero cercare artisti milanesi o lombardi che al meglio facessero, dimostrassero l'intierezza, la bellezza di questo saper far arte con, trai palazzi. Loro potrebbero dire che hanno cercato di ampliare i loro confini per trovare il meglio a questo progetto.
Attualmente con questa mostra collettiva non solo varca i confini milanesi, ma anche della lombardia e questo forse è stato in questo caso l'unica cosa ottima da farsi, perchè eccetto la pittrice Paola Adornato che viene da Torino, il restante gruppo di artisti propone una visione del tutto addormentata, quasi svogliata al tema predospto dalla galleria.
Porrei l'accento, lad ammirare con il l nostro sguardo su unica artista ovvero Paola Adornato che può abilmente, finalmente farci riassaporare il trambusto, il "tran tran" di una città industriale come Torino si veda ad esempio il dipinto "18,48", (quel senso di alienazione, smarrimento),ma ciò che colpisce ancor maggiormente è quella tacita ironia che si evincein molti suoi lavori come ad esempio"Pedine principali",ma oltre a questo bisogna sottolineare la bravura costruttivo-pittorica ad esempo
nel dipinto:"Terapia Interna".
Le mostre collettive spesso lasciano il tempo che trovano, ma in questo caso senz'altro lascerà un segno indelibile per la presenza e la grandezza artistica di Paola Adornato con l'augurio che le si darà la dovuta importanza donando poi a lei una mostra personale presentata magari su un gioco di piani tra due città che hanno più che altre respirato non solo l'industria, la grandezza, ma il fascino nascosto, ma deciso ovvero di Milano e Torino.
Valeria s.Lombardi
Dott.ssa storia dell'arte contemporanea
laureata c/o Università Statale di Milano
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