Festival Internazionale del Cinema di Frontiera
22 – 27 luglio 2008
Palazzo Valle Dorata Piazza Regina Margherita Marzamemi (Siracusa)
Le opere maniphesto “RE – MARK – e (a) ting” saranno esposte dal 22 al 27 luglio al Festival Internazionale del Cinema di Frontiera che si terrà a Marzamemi (SR). Dopo il successo della mostra evento “Beatificazione” (tenuta a Catania a gennaio dedicata alle donne mito del cinema internazione) Alfio Lisi ritorna ad un pubblico cultore dell’arte con la sua recente produzione artistica che ha come supporto storeografico il manifesto pubblicitario in questo specifico caso quello cinematografico, che è l’icona stessa della nascita del manifesto pubblicitario. Ecco perché la sua incursione in un festival del cinema che forse più degli altri incarna il vero spirito dell’espressione creativa cinematografica “da frontiera” ma senza frontiere fisiche ed ideologiche.
Ecco cosa dice dell’artista Alfio Lisi il critico d’arte Tommaso D’Amico che dall’inizio ha seguito la fase cosiddetta “maniphesto” . “Una prima superficiale osservazione della recente produzione di Alfio Lisi, potrebbe rimandare agli “strappi” di Mimmo Rotella: il supporto, la tematica, financo la tecnica. Ma si parlava di “superficiale” ciò che è in superficie ma l’etimo stesso del vocabolo presuppone l’esigenza di scavare di trovare abissi di rimandi non solo artistici, ma principalmente psicanalitici.
Nelle opere di Lisi anche gli “strappi” sono un’aggiunta.
Il togliere per aggiungere-raggiungere: ossimoro esistenziale di un uomo-artista perennemente in viaggio-ricerca, che spera di non raggiungere mai la meta, poichè traguardo contiene in sé la parola fine e quindi morte: anche artistica.
In un’ epoca dove tutto è MERCE e mercificazione, anche la DONNA, vista come “femmina” (esiste in ogni siciliano questa scoria sessuale) è oggetto di MERCATO-VENDITA, ecco il mark-e (a) ting: “gioco” (niente è più serio del gioco!) etimologico dove l’oggetto della rappresentazione artistica, diventa merce da vendere ma anche da mangiare: cannibalizziamo noi stessi attraverso le nostre opere.
Ecco, le opere di Lisi ci trasmettiamo ironicamente ed iconoclasticamente una riflessione una riflessione seria al posto dell’ipocrita seriosità, che tutti ci avvolge in una cappa asfittica”.
22 – 27 luglio 2008
Palazzo Valle Dorata Piazza Regina Margherita Marzamemi (Siracusa)
Le opere maniphesto “RE – MARK – e (a) ting” saranno esposte dal 22 al 27 luglio al Festival Internazionale del Cinema di Frontiera che si terrà a Marzamemi (SR). Dopo il successo della mostra evento “Beatificazione” (tenuta a Catania a gennaio dedicata alle donne mito del cinema internazione) Alfio Lisi ritorna ad un pubblico cultore dell’arte con la sua recente produzione artistica che ha come supporto storeografico il manifesto pubblicitario in questo specifico caso quello cinematografico, che è l’icona stessa della nascita del manifesto pubblicitario. Ecco perché la sua incursione in un festival del cinema che forse più degli altri incarna il vero spirito dell’espressione creativa cinematografica “da frontiera” ma senza frontiere fisiche ed ideologiche.
Ecco cosa dice dell’artista Alfio Lisi il critico d’arte Tommaso D’Amico che dall’inizio ha seguito la fase cosiddetta “maniphesto” . “Una prima superficiale osservazione della recente produzione di Alfio Lisi, potrebbe rimandare agli “strappi” di Mimmo Rotella: il supporto, la tematica, financo la tecnica. Ma si parlava di “superficiale” ciò che è in superficie ma l’etimo stesso del vocabolo presuppone l’esigenza di scavare di trovare abissi di rimandi non solo artistici, ma principalmente psicanalitici.
Nelle opere di Lisi anche gli “strappi” sono un’aggiunta.
Il togliere per aggiungere-raggiungere: ossimoro esistenziale di un uomo-artista perennemente in viaggio-ricerca, che spera di non raggiungere mai la meta, poichè traguardo contiene in sé la parola fine e quindi morte: anche artistica.
In un’ epoca dove tutto è MERCE e mercificazione, anche la DONNA, vista come “femmina” (esiste in ogni siciliano questa scoria sessuale) è oggetto di MERCATO-VENDITA, ecco il mark-e (a) ting: “gioco” (niente è più serio del gioco!) etimologico dove l’oggetto della rappresentazione artistica, diventa merce da vendere ma anche da mangiare: cannibalizziamo noi stessi attraverso le nostre opere.
Ecco, le opere di Lisi ci trasmettiamo ironicamente ed iconoclasticamente una riflessione una riflessione seria al posto dell’ipocrita seriosità, che tutti ci avvolge in una cappa asfittica”.
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