ERIC GALLMETZER a cura di Andrea Bozzi e Silvia Bartolini

L’esposizione dedicata ad Eric Gallmetzer illustra il percorso del giovane artista bolzanino, oggi residente nelle Marche, sua terra di adozione, che si distingue per una poetica attenta ai valori della creazione artistica. L’atto creativo deriva da una meditazione sugli archetipi platonici e si realizza mediante forme scultoree sintetiche, documentate da un ampio ed accurato apparato disegnativo.
Gallmetzer dunque sceglie il paesaggio collinare delle Marche come strumento privilegiato per elaborare una poetica che sviluppa e riconverte le precedenti esperienze in territorio atesino come autore di importanti opere di arte pubblica e di arredo urbano fondendo suggestioni ambientali ad una personale visione critica.
Questa mostra intende evidenziare il più recente percorso dell’autore mediante un allestimento tematico inedito ed originale che identifica le fasi di questo complesso e stratificato processo partendo dalla citazione di forme primordiali di teste, che ricordano sfere e corpi solidi propri della geometria euclidea e di reminiscenze pitagoriche fino ad una più complessa ed intima definizione dell’uomo, mediante la “forma-specchio” del sarcofago.
Particolare rilievo sarà attribuito alla documentazione stessa intesa come un viaggio incessante ed ininterrotto verso le ragioni profonde della ricerca che l’artista compie nella definizione della propria opera, frutto non di mera suggestione estetica ma di un totale investimento nel mestiere dell’arte.

“Eric Gallmetzer (Bolzano, 1967) è un artista che ha investito profondamente sulla meditazione totale della forma, sulla struttura della materia, sulla codificazione dell’idea in forma, sul mestiere ed il ruolo dell’artista, che sin dall’antichità dà voce agli archetipi, e li traduce in immagini scultoree rigorose mediate da un istinto razionalista e un richiamo minimalista che nel suo caso non rispecchiano un fine (Ginesi, Airportart, 2004), un intento dichiarato di adesione ad un determinato filone storico-critico, pure leggibile in alcuni accenti concretisti particolarmente evidenti, e presente nel patrimonio culturale del razionalismo tedesco, ma uno strumento per definire, precisare nella forma il sentimento platonico-pitagorico della creazione, lo strumento primordiale, magico ed atemporale, gioioso e vivo della percezione sensibile della materia.
Gallmetzer definisce così la sua ricerca e, dopo l’enunciazione di forme geometriche plastiche essenziali, procede nella più complessa definizione dell’uomo, mediante la metafora che fra tutte è a lui più congeniale; il sarcofago, simbolo figurale ed universale della morte e della rigenerazione fisica. Il sarcofago è dall’antico Egitto obiectum completum, compiuto e studiato meccanismo, si impone con un preciso punto di osservazione, per l’unicità della condizione umana, è delineato e misurato ma nella forma che l’artista/demiurgo ha preparato funzionale ad accogliere “l’idea formale dell’uomo”, non il suo corpo reale, quanto la sostanza simbolica, il suo ricordo vero e vivo.
Un pannello verticale svettante provvisto di piedi che ricorda in forma del tutto nuova alcune soluzioni architettonico-scultoree dell’arte egizia come le statue-cubo, simile per molti aspetti ad un essere o immagine vivente di cui si ignora tuttavia il capo, funge da copertura ed accentua questa sensazione che ha perfino dell’ironico e del romantico, richiamando alcune istanze cinetiche e new dada che contrastano con un oggetto tradizionalmente percepito come statico ed immutabile.
Il disegno che è la prima registrazione della forma anima con minuziosa e sintetica concisione il processo creativo quasi suggellando un legame magico che legherà per sempre il mondo delle idee ed i destini dell’uomo.” (ERIC GALLMETZER l’idea e l’uomo di Andrea Bozzi)

orario: 10,30 - 12,30 e 17,30 - 19,30. Domenica pomeriggio e lunedì chiuso

Artemisia Arte Contemporanea - Via Nino Bixio, 39 - Falconara M. (An)
Tel. 071.9175795 - e-mail: direzione@artemisiacontemporanea.it

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