TOYS…What a pleasure

Atelier777 Contemporary Art presenta, presso i propri spazi espositivi di Via Edmondo De Amicis n. 35 a Pescara, “TOYS…What a pleasure”, la mostra collettiva degli artisti: Barbara Agreste, Alessia Cocca, Michela Muserra, Marco Minotti e Stefano Tedioli.

L’Evento s’inserisce nella 5° Giornata nazionale del Contemporaneo AMACI (3 ottobre 2009), con visite guidate gratuite. (www.amaci.org)

“TOYS…What a pleasure” è un percorso giocoso e divertito, di rimandi visivi tra le diversità e complementarietà di pittura, fotografia, installazioni e video, alla ricerca del “mondo dell’ironia e della leggerezza” e dell’affermazione di quell’immaginario infantile, carico di ricordi, tanto vivo in ciascuno di noi.
Un mondo, forse lontano, distante dal divenire quotidiano, ma che per ciascuno di noi rappresenta uno scrigno segreto di significati ed allusioni, che inevitabilmente si confondono e si sovrappongono alla quotidianità e all’inquietudine della vita moderna.
Le opere porteranno a creare una sinergia dialettica con lo spettatore, divertendolo e giocando con esso.
Un piccolo “parco giochi” che destabilizzerà il classico concetto austero ed “alto” dell’arte.
I giocattoli, i personaggi dei fumetti, le bambole, diventano assoluti protagonisti di narrazioni surreali (ma nemmeno troppo), dove la finzione e il paradosso, creano un confronto tra la scala ridotta dei personaggi e quella grande del paesaggio e delle cose reali.
Gli artisti, legati ad un mix narrativo di cultura di massa e neo-pop, ciascuno con una propria forte identità espressiva, raccontano la propria sensibilità, la propria vita attraverso simboli, giocattoli e visioni giocose. Si recuperano modelli e icone della cultura giovanile: dagli eroi dei cartoni animati, al mondo delle bambole, ai pupazzi, ai peluche.

I rimandi alla memoria e alla giocosità dell’infanzia si manifestano nella rappresentazione delle opere di Alessia Cocca, attraverso la caduta del “primo dentino”, nelle quali rivivono l’attimo di smarrimento e il senso del possesso, o ancora come per i veri e propri set cinematografici di Stefano Tedioli, nei quali i giocattoli sono “[…] attori buttati nella mischia, in pasto al mondo vero, quello pericoloso e sconosciuto che sta fuori […]”.
E se per Marco Minotti, i personaggi manga ripropongono scene e sentimenti “umani” ambientati in scenari floreali di una natura reinventata, dal chiaro sapore pop, la stessa natura (con i propri suoni, luci, segni e quasi odori) spesso prende il sopravvento sulle movenze e la vita della bambola, che per Barbara Agreste ricorda il mondo complesso della figura
femminile. Nei suoi video si raccontano emozioni intime e personalissime.
Infine, per Michela Muserra le bamboline sono “[…] donne vestite da bambine che fingono un’ingenuità e una purezza forzata o bambine vestite da donne che giocano con un concetto di malizia e cinismo che in realta non le appartengono. […]”.


Angelo Raffaele Villani

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