SABATO 28 NOVEMBRE 2009 ORE 19
PERFORMANCE TEATRALE ORE 21
LIBRERIA “LINEA 451”
VIA SANTA GIULIA 40/A - TORINO
tel. 011 8136739 - info@linea451.net
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Programma di sala: Alle ore 21
Performance teatrale e musicale
ideata da Chiara Manganelli e Luisa Dante
Organizzazione evento: Chiara Manganelli
Testi e sceneggiatura: Chiara Manganelli
Regia: Luisa Dante
Costumi e oggetti di scena: La Bottega dell'Attore in Viola
Direzione artistica: Marzia Scarteddu
Interpreti: Chiara Manganelli e Luisa Dante
Musiche tratte dalla Suite num 2 per violoncello di J.S.Bach
Violoncellista: Alex
Da dove abbia origine la creazione dell'universo come lo conosciamo e lo concepiamo, è un controverso mistero su cui l'umanità si interroga da sempre.
Anche l'arte, intesa come atto creativo (oltre che interpretativo) della realtà, è un insoluto enigma seducente.
Questa performance teatrale fornisce allo spettatore alcuni spunti per riflettere e interrogarsi sul potere della creazione, non di un fantomatico dio, ma dell'essere umano.
Il prologo di questo spettacolo ci porta nell'indifferenziazione, nell'Unità totale, da cui ogni cosa ha origine, ma in cui nulla possiede ancora consistenza e sembianza.
Dal Vuoto, dal Nonessere (concetti che non hanno affatto una connotazione dispregiativa e negativa, ma incarnano semplicemente il “preludio” assoluto di ogni cosa), mediante l'Amore, suprema forza creativa primordiale, prende vita il movimento cosmico, e, dunque, anche la creazione artistica.
La musica rappresenta questa forza originaria, è l'Armonia che dà al Nonessere l'impulso per divenire Essere, è l'energia palpitante che muta la materia in opera d'arte e l'uomo in artista.
Nella seconda parte dello spettacolo assistiamo, attraverso un processo dialogico, all'integrazione tra l'aspetto giocoso e irrazionale dell'esperienza artistica, e quello razionale e ordinatore.
L'artista, dunque, in estrema sintesi, altro non è che un demiurgo, secondo l'accezione platonica del termine: egli è una sorta di artefice divino, una forza cosmogonica che dà forma e ordine alla materia, creando un ponte tra il mondo delle idee e il mondo fenomenico.
E lo spettatore, a sua volta, deve trasformarsi in “attore” affinché l'opera d'arte possa ritenersi compiuta: colui che osserva la creazione artistica non si deve limitare a contemplarla in modo distaccato e distante, ma è chiamato a entrarvi dentro, a specchiarvisi, per scoprire in essa qualcosa di sé e farla propria.
Chiara Manganelli
PERFORMANCE TEATRALE ORE 21
LIBRERIA “LINEA 451”
VIA SANTA GIULIA 40/A - TORINO
tel. 011 8136739 - info@linea451.net
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Programma di sala: Alle ore 21
Performance teatrale e musicale
ideata da Chiara Manganelli e Luisa Dante
Organizzazione evento: Chiara Manganelli
Testi e sceneggiatura: Chiara Manganelli
Regia: Luisa Dante
Costumi e oggetti di scena: La Bottega dell'Attore in Viola
Direzione artistica: Marzia Scarteddu
Interpreti: Chiara Manganelli e Luisa Dante
Musiche tratte dalla Suite num 2 per violoncello di J.S.Bach
Violoncellista: Alex
Da dove abbia origine la creazione dell'universo come lo conosciamo e lo concepiamo, è un controverso mistero su cui l'umanità si interroga da sempre.
Anche l'arte, intesa come atto creativo (oltre che interpretativo) della realtà, è un insoluto enigma seducente.
Questa performance teatrale fornisce allo spettatore alcuni spunti per riflettere e interrogarsi sul potere della creazione, non di un fantomatico dio, ma dell'essere umano.
Il prologo di questo spettacolo ci porta nell'indifferenziazione, nell'Unità totale, da cui ogni cosa ha origine, ma in cui nulla possiede ancora consistenza e sembianza.
Dal Vuoto, dal Nonessere (concetti che non hanno affatto una connotazione dispregiativa e negativa, ma incarnano semplicemente il “preludio” assoluto di ogni cosa), mediante l'Amore, suprema forza creativa primordiale, prende vita il movimento cosmico, e, dunque, anche la creazione artistica.
La musica rappresenta questa forza originaria, è l'Armonia che dà al Nonessere l'impulso per divenire Essere, è l'energia palpitante che muta la materia in opera d'arte e l'uomo in artista.
Nella seconda parte dello spettacolo assistiamo, attraverso un processo dialogico, all'integrazione tra l'aspetto giocoso e irrazionale dell'esperienza artistica, e quello razionale e ordinatore.
L'artista, dunque, in estrema sintesi, altro non è che un demiurgo, secondo l'accezione platonica del termine: egli è una sorta di artefice divino, una forza cosmogonica che dà forma e ordine alla materia, creando un ponte tra il mondo delle idee e il mondo fenomenico.
E lo spettatore, a sua volta, deve trasformarsi in “attore” affinché l'opera d'arte possa ritenersi compiuta: colui che osserva la creazione artistica non si deve limitare a contemplarla in modo distaccato e distante, ma è chiamato a entrarvi dentro, a specchiarvisi, per scoprire in essa qualcosa di sé e farla propria.
Chiara Manganelli
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