ARTE IN TOSCANA: dalla Macchia al Contemporaneo - Edizione 2010

Si inaugura Sabato 16 Gennaio 2010 alle ore 18,00 (visitabile fino al 10 Febbraio 2010 con ingresso libero) a cura Massimiliano Sbrana, presso iil GAMeC CentroArteModerna ldi Pisa (Lungarno Mediceo,26) la mostra "ARTE IN TOSCANA" Edizione 2010 .
Rassegna che annualmente raccoglie opere di pittura, scultura e digital art di artisti legati alla realtà più interessante del panorama italiano ed europeo contemporaneo partendo da importanti testimonianze artistiche legate alla tradizione macchiaiola toscana.
La Toscana, già culla della civiltà italiana ed uno dei maggiori crogioli della moderna cultura europea, non è solo legata alla straordinaria elaborazione di concetti ed a forme e metodi di espressione originale che l'hanno contrassegnata in oltre due millenni di storia: è stata essa stessa fucina di straordinaria produzione artistica, che ha dettato tempi e modi sullo scenario continentale. Basti pensare all'universalità della lezione rinascimentale, partita da Firenze, grazie alla versatilità ed al genio dei suoi straordinari interpreti, e diffusasi ed affermatasi a livello europeo. La Toscana quindi come laboratorio di esperienze artistiche e creative, come luogo di accoglienza, di crescita, di sperimentazione, di sintesi e di rilancio culturale.

In questa edizione 2010 sono quindi in esposizione opere di numerosi artisti provenienti da tutta Italia ed anche dall'Europa con particolare attenzione al primo e secondo Novecento toscano e all‚evidenza contemporanea italiana ed europea odierna.

Ecco gli artisti in esposizione:

Ciro Balzano, Donatella Bertino, David Biasini, Gino Bonfanti, Milvia Botticelli, Livio Cavedon, Gabriele Fastame, Sabrina Garzelli, Simone Giaiacopi, Anna Maria Guarnieri, Dhimitraq Kote, Alexander Lean Cid, Donato Lotito, Luisa Maggioni, Curzio Marchi, Mauro Martin, Corrado Michelozzi, Renato Natali, Ferruccio Pizzanelli, Giuseppe Rizzo, Claudio Semino, Patrizia Simonetti, Lorenzo Vadi, Umberto Vittorini.

Ciro Balzano
Nato a Napoli, diplomato all'Accademia d'Arte (sezione Scultura) della stessa città si dedica alla con continuità solo negli ultimi anni. Egli scrive del suo lavoro: "C‚è un tempo senza tempo, è il tempo che unisce i diversi tempi della nostra esistenza interiore. E‚ il tempo dell‚Anima che è un tutt‚uno con il tempo dell‚Universo. E‚ quasi immoto, vi sono i nostri ricordi e le nostre aspettative, i miti del passato con la realtà del presente, la false certezze o le falsità certe, c‚è qualcosa che emerge dalla memoria ancestrale e qualcosa che s‚inabissa nell‚inconscio più profondo. Tutto tace e tutto grida nel silenzio della notte della nostra Anima, pronta a ricongiungersi nell‚incontenibile Immenso".
Dai nostri ricordi emergono quindi personaggi che, apparentemente irreali e assurdi, ci rappresentano in tutta la loro „verita‰ in una sorta di evocazione e o esternazione o esplicitazione nel nostro inconscio dall'interno che sfocia verso l'esterno e che Balzano ci mostra nelle sue opere.

Donatella Bertino
La sua ricerca artistica, portata avanti con tenacia ed entusiasmo, inizia frequentando le lezioni di insegnanti d‚ arte e noti pittori della sua città. Come lei stessa afferma: „Non ho mai pensato all‚ arte come ad un lavoro, ma come cura per ogni mio malessere, depressione e solitudine‰. Donatella è quindi consapevole che i colori espressi in piena libertà, a volte con sagome geometriche, a volte con partizioni spaziali chiuse da curve, regalano a se stessa ed al fruitore emozioni e sensazioni. Le sue ultime composizioni non risultano comunque inquadrabili in un filone compiutamente di matrice astratta, ma piuttosto in una fase di transizione tra il suo primo figurativo e la nuova ricerca che, se ulteriormente evoluta e raffinata, potrebbe essere una promessa ed una sorpresa per il futuro. Come dice la stessa autrice: „Nella fusione dei colori ci sono i miei sogni e i miei desideri‰. E questo forse è il segreto e l‚ aspirazione di ogni artista: rappresentare l‚ espressione
più profonda di se stesso.

David Biasini
Nato a Grosseto, ha compiuto gli studi artistici presso il Liceo Artistico "P.Aldi" di questa città. Dopo il diploma ha continuato gli studi frequentando l'Accademia di Belle Arti di Firenze ed in particolare il "Corso di Pittura"- Nudo dal Vero -del prof. Giovannelli e successivamente l'Accademia di Belle Arti di Roma (corso di Scenografia del prof. Gaetano Castelli). Dal 2008 vive e lavora a Pisa. Il campo d'azione in assoluto preferito è quello del ritratto e della ritrattistica in generale,dove vi è la capacità da parte di questo giovane artista toscano di cogliere aspetti intimi e caratteriali dei suoi soggetti con una verità sorprendente.Genere pittorico che necessita di grandi studi e grande perizia nel disegno e di mai abbastanza profonda conoscenza delle arti figurative,del corpo umano e dei suoi movimenti e soprattutto,della pittura e delle sue regole.

Gino Bonfanti (Siena 1900 - Pisa 1958)
Trasferitosi da Siena a Pisa nel 1927, portandosi con se oltre alla famiglia, la passione per l'arte e per la pittura, ottenne in breve tempo consensi ed i primi successi. Inaspettato fu poi l'accettazione nel 1938 per concorso alla XXI Biennale di Venezia, dove ebbe un prestigioso riconoscimento: un premio per il paesaggio.
Fu un evento questo della Biennale che quasi sicuramente lo travolse. Bonfanti, infatti, prese la drastica decisione di abbandonare la sicurezza del lavoro in banca per dedicarsi con piena liberta' alla pittura. Ma piu' presto del previsto l'euforia del successo si spense ed egli dovette affrontare, con la famiglia, ogni sorta di disagi aggravati dalla scoppio della seconda guerra mondiale. Nell'immediato dopoguerra (1948), la grande mostra nazionale a Palazzo della Giornata, che volle essere un incentivo per la ripresa culturale e morale della citta', vide la presenza anche di Gino Bonfanti con alcune opere accanto a quelle di artisti pisani tra cui l'emergente Gianni Bertini. Fu presente negli anni '50 a collettive di prestigio come la Quadriennale di Roma. La sua pittura non era chiassosa, non si esaltava nello sfarzo cromatico, nella diffusa luminosità; rispecchiava la sua timidezza e si presentava dimessa nella seplicita' compositiva, nella pacatazza dei toni. Si cogliev
a però, in essa, quella casta mali
nconia, sempre filtrata da un calmo quanto continuo respiro lirico.. Non si lascio mai conivolgere dal nuovo a tutti i costi ed anche nei disigni a china, matita, rimase fedele alle sue qualità compositive con quella naturalezza consueta, indenne da qualsiasi tipo di forzatura. Morì a Pisa nel giugno del 1958.

Milvia Botticelli
Osservando le sue opere, abbiamo la percezione immediata della bellezza senza tempo. La trasparenza, la luce, la cromaticità e le forme nella loro leggerezza, vengono da lei utilizzate in una realtà quasi onirica che ci emoziona. La sua sensibilità e il suo pudore ci toccano l‚anima. Questa artista mostra di avere una grande capacità di individuare materiali diversi per esprimere la creatività, permettendole di trasformare elementi della quotidianità in opere d‚arte e di interpretare la polimatericità della nostra era trasmettendo emozioni e bellezza. Infatti le sue figure di donna, quasi neoclassiche, ci fanno cogliere l‚armonia e soprattutto l‚eleganza senza ricorrere a forzature spesso utilizzate per stupire. Nelle sculture, ultimo frutto delle sue ricerche sulle materie, traspare in modo evidente la raffinatezza della sua espressione artistica.

Livio (Livì) Cavedon
Negli anni ottanta inizia a interessarsi ed approfondire lo studio sulla terapia cromatica. Negli stessi anni inizia la sua attività artistica ma è a partire dagli anni novanta che la sua attività espositiva accelera. Sono numerose infatti le mostre personali e collettive che lo vedono protagonista sia in tutta Italia che all‚estero. Cavedon è pittore (ma è anche poeta) autentico, che senza sofisticazione mentale esprime l'identità vera, concreta, palpabile del pittore, tessuta di una misteriosa luce soprannaturale che attraverso una quotidianità imprime forme e sortilegi - evocate dalle carte di giornale - erompono immagini, riflessi di memorie, captazioni volitive di lirismo, poesie nella prosa d‚ogni giorno.

Gabriele Fastame
Fa parte a pieno titolo di quella nouvelle vougue di giovani artisti livornesi di talento che si sono allontanati dalla tradizione artistica labronica. Nella sua ultima produzione pittorica si ripropone con rinnovato spirito ed impegno e con un linguaggio pittorico meno ridondante di riminiscenze matenendo per coerenza pittorica gli aspetti più positivi della produzione artistica precedenti quali l' aspetto scenografico, la fantasia mitizzante e la matrice cromatica con il risultato di una espressività più snella, personale e originale.
Benché giovanissimo è un pittore che assimila e si concentra in percorsi personali dove certamente i colori labronici azzurro e blu fanno da padroni. La sua ultimissima tendenza pittorica lo porta a cimentarsi in un moderno status di sogno-realtà che gli elargisce il soggetto donna con il tutto il visibile e l' invisibile fascino che questo emana, rinnovando movimento e segno fino a raggiungere un dettato moderno di tutto rispetto per intuizioni di forme, fluidità di movimenti e concentrazione simbolistica.

Sabrina Garzelli
La sua pittura si distingue per la vivezza straordinaria delle immagini, costruite con sapiente studio formale e inimitabile cura nella stesura cromatica. Le tematiche che vi sono trattate, care ad un'illustre tradizione, ripropongono una visione poetica e armoniosa della vita, dove arte e natura, sogni e realtà si fondono mirabilmente. Pittura di contenuto, quindi, e non virtuosistica rappresentazione trompe l'oeil, densa di espressioni, valori, sentimenti diversi, e organicamente sostenuta da una magistrale bravura esecutiva.

Simone Giaiacopi
Ha iniziato a dipingere come autodidatta e ha trovato fin da subito nella pittura ad olio su tavola la tecnica a lui più congeniale. I suoi interessi sono soprattutto due: la natura morta, in cui colglie oggetti di produzione industriale nella loro fissità o in momenti enigmatici e allusivi; il ritratto, che gli permette di isolare la figura, sottratta a qualunque contesto naturalistico, in un‚attitudine psicologica rivelatrice, spesso perturbante. La sua attenzione ai singoli dettagli, alla materia e alla luce è un‚ossessione che non gli permette di raggiungere le cose, ma che rivela il suo sforzo di comprenderle senza alcuna garanzia di successo.

Anna Maria Guarnieri
Nasce nel 1947 a Sesto Fiorentino. I suoi studi fanno capo all'Istituto d'Arte, mentre le sue opere giovanili e le prime mostre risalgono al 1970, ma già nel 1973 la Guarnieri dimostra di aver acquisito padronanza ed essenzialità della pennellata. La ricerca della Guarnieri, per parte tecnica si avvale di un‚attenta gestione del colore, reso con l‚apparenza d‚irraggiamento ben graduato e vivificante, che supera la via dell‚intelletto per raggiungere in modo pregnante e pervadente la via del cuore, ove meglio coniugare sentimenti e speranze.

Dhimitraq Kote
Nato a Korçe (Albania) fin da piccolo ho iniziato un percorso di apprendimento, fatto di studio sul disegno del corpo umano. Nel 2006 si trasferisce in Italia e si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Firenze, che tutt'ora frequenta. La sua pittura è ispirata alla cosidetta "Arte non figurativa" come espressione la totale e libera della propria creativa.
I particolare l'opera realizzata per la mostra "Arte in toscana edizione 2010" affranta il problema dell'abbandono della rappresentazione figurativa. In questa opera egli ha creato una composizione di linee e di colori diversa dalla composizione naturale il cui contenuto è indecifrabile, in un processo della pittura che guarda verso la propria essenza e verità.

Alexander Lean Cid
Nel 1993 si diploma all'Accademia delle Arti in pittura, scultura e incisione (Litografia, xilografia) e nel 1996 consegue il diploma presso l'Accademia Nazionale di Belle Arti "San Alejandro" (L'Avana, Cuba) in pittura e disegno. La sua pittura come pure l'arte in generale, oltre alla creazione, è anche il frutto di uomini illuminati che l'hanno appresa dai loro predecessori. Sotto l'influenza allora dei grandi maestri del Rinascimento e del Barocco, egli riesce coniugare in equilibrio quasi magico, opere personali contemporanee, realizzate attraverso tecniche puramente tradizionali o sperimentali, poichè che a volte l'illuminazione, è accompagnata anche dalla conoscenza del passato.

Donato Lotito
La passione artistica di Donato Lotito nasce e si forma nel tempo libero. Coltivando interessi verso la letteratura, la poesia ed il cinema è approdato nel mondo dell‚arte visiva attraverso sperimentazioni nel campo della pittura, della grafica e della fotografia. Quest‚artista di origine torinese si è specializzato da autodidatta in fotografia digitale, assemblando e manipolando fotografia e pittura ed intervenendo sull‚immagine attraverso software grafici, strumenti di lavoro non troppo diversi da quelli tradizionali (pittura, collage) ma che sussistono in forma virtuale. Nonostante i suoi lavori si sviluppino dalle ampie possibilità dell‚universo digitale, l‚oggetto della figurazione resta pur sempre il reale. Infatti i soggetti prescelti sono fiori, ritratti e paesaggi, il mondo naturale ed umano, su cui si accentuano effetti luministici e coloristici.

Luisa Maggioni
La parte pittorica si è evoluta durante gli anni, attraverso mezzi espressivi diversi, ma mantenendo sempre inalterato lo spirito di osservazione intrecciando realtà, sentimenti, stati d‚animo, cercando di trasmettere energia e vibrazioni che possano risuonare dentro l‚osservatore. Su un binario parallelo vi è l‚esigenza di allargare il percorso interiore ad un discorso sociale capace di sensibilizzare l‚osservatore a temi attuali. I lavori non sono quasi mai singoli pezzi casuali, ma più opere raggruppabili per ispirazione, ovvero una volta sviluppata e resa un‚opera ne vengono prodotte altre sotto diversi punti di vista, ma tutte legate da un'unica tematica di fondo. Questo processo diviene un‚esigenza primaria poiché le varie serie differiscono per ideali e tecniche. Nonostante ciò osservando l‚intera produzione di questi anni si percepisce un filo conduttore che lega tra loro tutte le opere e ne fa un insieme vario ma omogeneo.

Curzio Marchi
Nato a Pisa, autodidatta con importanti frequentazioni di noti artisti toscani è evidente nella sua pittura la ripresa dal vero, quella che al tempo dei paesaggisti di primo e secondo Ottocento era detta pittura en plain air, pittura all‚aria aperta e per questo vera perché recupero diretto della Natura. Effettivamente si tratta di una visione limpida e fortemente scorciata. Nelle sue numerose opere si attua in modo costante quello stretto binomio tra mondo reale e irreale, cioè tra il nostro mondo e quello che l‚artista ha dipinto sulla tela, ma non per questo falso.

Mauro Martin
Nato a Pinerolo, frequenta il Liceo Artistico e il Politecnico di Torino dove consegue la laurea in Architettura. Parallelamente al corso di studi, frequenta l'atèlier di Raffaele Ponte Corvo, noto pittore surrealista torinese e stringe legami con il mondo artistico veneziano. Dal 1995, contestualmente alle opere formali, inizia la produzione in via sperimentale di dipinti informali o astratti, avvalendosi dal 2006 dell'uso della fotografia. La sua pittura si snoda continuamente tra i due poli del figurativo e dell'astratto, facendoci cercare di comprendere che la pittura è un linguaggio a sé, dove il significante coincide col significato.

Corrado Michelozzi (Livorno 1883-1965)
Detto „Borchia„, fu uno dei migliori pittori labronici del XX secolo e uno dei fondatori del Gruppo Labronico. Prevalentemente autodidatta, si può datare al 1905 l‚inizio della sua attività. Si dedicherà sempre alla rappresentazione figurativa con ritratti, paesaggi, nature morte e soprattutto fiori, tanto che verrà in seguito definito il „pittore dei fiori‰.Per mantenersi si afferma come decoratore, sperimentando varie tecniche anche con lavori su vaste superfici, inoltre, appassionato come tanti livornesi di musica dipinge per Mascagni gli scenari delle opere liriche che vengono rappresentate al vecchio teatro S.Marco. Tiene una personale nel 1929 a Livorno, espone nel 1930 a Pisa, nel ‚33 a Firenze. I suoi quadri sono animati davivacità e freschezza, i suoi fiori danno l‚illusione di essere reali, i ritratti sono eseguiti con lineare semplicità, efficace cromia ed un‚intensa affettuosità espressiva.

Renato Natali (Livorno, 1883-1979)
Fin da ragazzino comincia a disegnare e a dipingere da solo senza l‚insegnamento di nessun maestro. I primi dipinti conosciuti risalgono al 1898 e il primo riconoscimento arriva nel 1903 con una medaglia d‚argento del Ministero della Pubblica Istruzione, poi nel 1905 partecipa alla Biennale di Venezia. La sua passione per la pittura lo porta ad andare continuamente in giro: abbozza e prende appunti di quello che lo colpisce, poi rientra nello studio e concretizza le annotazioni sulle tele; Livorno sarà sempre uno dei temi preferiti, le sue piazze, le strade e il litorale di Antignano. Intorno agli anni venti il pittore collabora con la rivista settimanale "Il Mondo" realizzando numerosi disegni, condivide la nascita del "gruppo Labronico" e partecipa a tutte le mostre sindacali livornesi e toscane; iniziano a svolgersi anche le sue prime mostre personali a Livorno, Roma, Genova e Milano. Durante il secondo conflitto mondiale non abbandona mai Livorno nonostante i frequenti bo
mbardamenti e al termine della gue
rra dipinge la sua celebre tela "La preghiera dei rimasti". Nel 1974 Livorno dedica a Natali una retrospettiva e una pubblicazione monografica. Renato è senz‚altro il pittore prediletto dai livornesi, proprio per la sua passione nell'illustrare tutti gli aspetti della sua città: la Livorno di Natali scaturisce dalla sua fantasia creativa, all‚interno del suo studio e nella rielaborazione degli appunti presi dal vivo.

Ferruccio Pizzanelli (Pisa, 1879 - 1950)
Si diploma all'Accademia di Belle Arti di Firenze sotto la guida di Fattori. Nei primi anni di attività si dedica alla decorazione. Nel 1906 riceve un premio di arte decorativa alla mostra di Milano per cuoi bulinati, incisi e decorati. Nel 1911 partecipa all'Esposizione di Roma. Nella sua attività pittorica si dedica alle nature morte, ai paesaggi e ai ritratti, impostando la sua arte su una sobria sensibilità coloristica. Nel 1924 espone due disegni alla XIX Biennale di Venezia e fino all'inizio degli anni Quaranta partecipa a varie mostre in Toscana.

Giuseppe Rizzo Schettino
La particolare tecnica che Rizzo Schettino ha adottato, attraverso l‚uso quasi esclusivo della spatola, rende le sue opere tavole sulle quali il colore è spalmato, quasi a voler penetrare attraverso di esso e tirar fuori la vitalità del disegno. In questo modo, la maniera che era dei Macchiaioli è portata all‚esasperazione: il colore è scarnificato, tirato fin quasi a far apparire le nervature della tavola ˆ supporto. La sua pittura si basa sui forti e decisi contrasti tra luce ed ombra, ottenuti con l‚accostamento di toni diversi di colore, acquistando una particolare nitidezza e profilatura dei contorni. L‚artista combina il disegno con accensioni di colori ora intensi, ora circoscritti in accori minori, attorno a sfumature grigio perla di luce diffusa che acuiscono le emozioni che lo legano alla sua terra. I ricordi, la nostalgia: queste le sensazioni che in Giuseppe Rizzo Schettino diventano colori.

Claudio Semino
Claudio Semino è nato a Genova, dove si è diplomato al Liceo artistico statale. La sua attività artistica iniziata nei primi anni '70 ha attraversato periodi di intensa attività espositiva, a periodi, come negli anni '80, in cui la presenza in mostra è stata molto sporadica, preferita allo studio e alla sperimentazione di tecniche e di materiali che gli permettessero di esprimere su basi nuove la propria sensibilità artistica. A coronamento di questo percorso è nata con gli inizi degli anni '90 una nuova attività espositiva insieme alle nuove immagini risultato di tale lavoro, con l'amore e la rilettura della pittura italiana del Gotico e del Rinascimento, di quell'arte universale che ha caratterizzato la cultura italiana nel mondo. Tale rilettura, e l‚ammirazione per la storia antica, mediata da una combinazione di metafisica, surrealismo e ironia, porta alla creazione di immagini di grande fasciono.

Patrizia Simonetti
Vive a Roma dove frequenta la Libera Accademia delle Belle Arti. Nel 1989 incontra il maestro Oliviero Leonardi e per 4 anni segue i suoi corsi in un casale all'interno di Villa Pamphili, nel cuore di Roma. Il suo influsso la condurra' alla scoperta dell'arte astratta, che abbraccera' immediatamente e che ancora oggi esprime nella sua pittura, e piu' recentemente in scultura. I suoi quadri, quindi, che non lasciano nulla di definito nelle loro forme, hanno comunque sempre la capacita' di coinvolgerci con una notevole intensita' emozionale, poichè l‚ intenzione dell'artista e' di lasciare, a chi osserva un suo quadro la possibilita' di ricreare immagini ed emozioni proprie, seguendo un suo filo interiore e darne una prorpia interpretazione, al di la' di quello che l'artista stesso vuole raccontare : un momento di gioia, uno scoppio di risa, un profondo momento di introspezione, di solitudine o tristezza, un profondo sentimento di amore, una grande serenità meditativa ... e tut
to questo dà spesso poi titolo all
e sue opere.

Lorenzo Vadi
Ben oltre la rappresentazione realistica, in cui vecchio e nuovo si confondono con cose antiche e moderni telefonini, con attrezzi semplici e macchine sofisticate, un sapore surrealistico avvolge le immagini. Semplici oggetti trasfigurati che proiettano ombre ed ombre di sé che fanno da sfondo agli oggetti. Presenze e assenze. Più che di classiche nature morte, di still-life, converrebbe parlare di autoritratti mediati da cose che recano l‚impronta dell‚artista. Ecco allora che attraverso oggetti assemblati con oculata maestria compositiva appare l‚inverso della reificazione e si svela una soggettività creativa che anima le cose. Le sue creazioni si presentano vibranti e dinamiche, non solo poiché la staticità degli oggetti è solo apparente ed essi sembrano essere lì per un momento, in attesa di esser riposti altrove, ma soprattutto dinamico è il risultato di una visione poetica delle cose che Lorenzo Vadi riesce a comunicare.

Umberto Vittorini (Barga 1890 - Milano 1979)
Per molti anni ha insegnato all'Accademia di Belle Arti di Brera. Allievo di Gordigiani, rappresenta una voce piuttosto isolata nel panorama della pittura toscana del Novecento, in quanto conduce un tipo di esperienza isolata e fortemente meditativa. Se da una parte si possono leggere spunti paesaggistici che lo avvicinano a Soffici, in realtà la sua ricerca va in senso opposto, verso i quattrocentisti toscani e soprattutto verso una visione estremamente spirituale della realtà ove la figura umana non ha ancora raggiunto una sua rilevante presenza fisica, bensì rimane ancor chiusa in una sua sfera mistica che è oggettivizzata dal mondo interiore dell‚artista.


Altre informazioni sul sito: www.Centroartemoderna.com/programma.html o su arteintoscana.ning.com .
Per appuntamenti tel/fax 050542630 o email:incontri@centroartemoderna.com

Con preghiera di diffusione/pubblicazione. Grazie.


La mostra proseguirà fino al 10 febbraio 2010 2009.

(ingresso libero).

Orari: 10-12,30/16,30-19,30 (feriali); Domenica 17,00-19,30 (festivi telefonare) ; chiuso lunedì mattina.

Ufficio stampa:
Massimiliano Sbrana
mobile +39 3393961536
e-mail mostre@centroartemoderna.com

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