White

Sabato 1 maggio 2010 alle ore 17.00, 36Mazal Contemporary, Lungolago G.Motta 2/a, a Locarno (Svizzera), inaugura la mostra d’arte contemporanea WHITE, a cura di Barbara Pavan.

La mostra propone una serie di opere di cinque artiste, Chiara Belloni, Veronica Debellis, Eliana Frontini, Cristiana Pacchiarotti e Monica Scafati, il cui fil rouge è il bianco.

Le tele quasi monocromatiche di Chiara Belloni rappresentano paesaggi senza tempo realizzati secondo una progressiva operazione di sintesi raffigurativa, per cui ogni elemento realistico viene essenzializzato. Paesaggi meditativi in cui l’occhio e la mente sentono di potersi perdere all’infinito.
Una serie di opere quelle di Veronica Debellis, invece, realizzate partendo dal corredo da sposa: tovaglie, lenzuola, asciugamani tagliati, incollati, ricuciti, riassemblati. Brandelli di una vita già tracciata che inverte il suo destino, si ribella, si distrugge per reinventarsi e risorgere come un’araba fenice. un ‘diario’ senza un vero inizio, senza epilogo, senza alcun giudizio o pregiudizio. C’è tutto: la morte e la rinascita, il dolore e la gioia, la tenacia, la forza e la fragilità, il passato, il presente e un futuro aperto ad ogni possibilità, libero da preconfezionamenti in cui la memoria è risorsa e radice ma mai zavorra.
Eliana Frontini ha realizzato una serie di ricami. Forse unica arte davvero esclusivamente femminile, il ricamo, praticato fin dai tempi antichi, ha come scopo il rivelarsi di un disegno su un tessuto, lentamente, punto dopo punto, quasi a richiamare, nella sua ripetitività, la religiosità di un mantra. Ecco, questo bianco su bianco è un atto d'amore che risveglia passione. L’uomo di oggi vuole capire tutto con spietata logica razionale, intuendo però che in fondo c’è il vuoto, il vuoto che noi sentiamo ancora oggi nell’opulenza della società industriale avanzata. Mentre i segni orientali amano essere vuoti di significati, gli Occidentali vogliono riempire i segni con significati, ad ogni costo. Il vuoto è l’essenza.
Cristiana Pacchiarotti, nella serie delle scarpe dipinte, cerca costantemente la propria verità. Le sue calzature, simbolo femminile per eccellenza, fluttuano in uno spazio privo di punti di riferimento. E’ la pagina bianca su cui l’artista traccia giorno dopo giorno la sua storia, la sua ricerca di una propria identità di donna, di artista, di madre.
Le opere di Monica Scafati sono la materializzazione della sua ricerca di metodo sul pensiero sintetico, la necessità interiore di riuscire a collocare, a tessere insieme pensieri dissociati; trovare i nessi, in continuo movimento dal generale al particolare, che è più comodo, e dal particolare al generale, che è più utile. È la sintesi stessa ad essere una ricerca interiore fondamentale: trovando i nessi, arrivare all’essenza.

La mostra sarà visitabile fino al 30 giugno 2010. Catalogo in galleria.

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